GROTTE VULCANICHE DI SICILIA
Fabio Brunelli e Blasco Scammacca, 1975

1. Introduzione

Numerosissime sono le pubblicazioni che trattano delle grotte carsiche, oggetto di lavori che interessano le discipline più disparate. Assai minore è il numero delle pubblicazioni che hanno per oggetto le cavità esistenti nelle rocce vulcaniche. Col presente contributo desideriamo attirare l'attenzione degli studiosi sulle grotte vulcaniche della nostra regione cominciando a pubblicare i dati più significativi che abbiamo raccolto in una decina d'anni di ricerche speleologiche in Sicilia e nelle isole minori.

Archivio catastale

Allo scopo di mettere a disposizione di coloro che ne siano interessati una documentazione di base sulle grotte vulcanche della Sicilia, abbiamo costituito un archivio catastale dove vengono raccolti, man mano che si rendono disponibili, tutti i dati relativi alle singole cavità.

Ad ognuna di queste abbiamo attribuito una sigla catastale che contiene l'abbreviazione della regione (Si), della provincia (CT), ed un numero di identificazione. La numerazione è unica per tutta la regione. Abbiamo attribuito una sigla catastale soltanto a cavità da noi esplorate. Le cavità che non abbiamo potuto esplorare perchè distrutte, hanno avuto una sigla catastale solo se per esse siano disponibili elementi atti a localizzarle ed una sufficiente descrizione. In questo caso al numero catastale segue il simbolo .

Abbiamo di norma adottato il nome che figura sulle carte dell'Istituto Geografico Militare; in mancanza di esso abbiamo adottato il nome con il quale la grotta è citata in letteratura, preferendo quello più antico. Se per una grotta esistono de nomi locali, abbiamo scelto uno di questi, cercado per quanto possibile di evitare nomi già attribuiti ad altre grotte; in ogni caso abbiamo raccolto tutti i nomi locali e non, con i quali la grotta è conosciuta. Quando ci siamo trovati nella necessità di dare il nome ad una cavità che ne era sprovvista, abbiamo chiamato Pozzo una cavità costituita da un solo ambiente ad andamento verticale, Abisso una cavità che presenta un insieme di pozzi e nella quale è prevalente lo sviluppo verticale, Grotta le altre cavità. Al termine generico di pozzo, abisso o grotta abbiamo fatto seguire il nome della contrada più vicina, o l'anno dell'eruzione che ha dato origine alla cavità; come ultima possibilità il nome del proprietario del terreno ove è situato l'ingresso della grotta.

Fonti

Per la raccolta dei dati abbiamo attinto alle seguenti fonti: la cartografia antica e recente, con particolare riguardo alle varie edizioni della Carta d'Italia, dell'Istituto geografico militare, le guide turistiche, comprese le varie edizioni della Guida d'Italia del Touring Club Italiano, ed i testi citati nella nostra bibliografia.

Molte notizie sulle grotte ci sono state fornite dagli abitanti dei paesi etnei, dai pastori, dai contadini, dagli escursionisti. Abbiamo potuto così raccogliere notizie di interesse vario anche relative all'uso delle cavità ed alle tradizioni popolari ad esse legate.

Delle cavità che man mano sono venute a nostra conoscenza abbiamo anzitutto eseguito l'esplorazione completa redigendone una descrizione. Abbiamo curato la localizzazione dell'ingresso principale determinandone longitudine, latitudine e quota. Mettendo a profitto tutte le possibili ricerche bibliografiche e dopo ripetuti sopralluoghi, abbiamo potuto riunire una documentazione topografica, fotografica e storica; quest'ultima parte del lavoro è quella che richiede maggior tempo ed è tuttora in corso.

Tecnica esplorativa

Le difficoltà che abbiamo incontrato nell'esplorazione delle grotte laviche sono legate alla particolare asprezza delle superfici; in compenso mancano quelle create dalle grandi verticali e dalle acque sotterranee. Abbiamo perciò curato che il nostro equipaggiamento personale fosse soprattutto resistente all'usura e agli strappi piuttosto che impermeabile, adottando una robusta tuta provvista di spesse ginocchiere; per la indispensabile protezione delle mani, ci siamo serviti di normali guanti da lavoro. Il casco, più che riparare dalla caduta di pietre ci è utile per proteggere il capo dagli urti accidentali contro i soffitti, vere e proprie grattuge; non a caso i colaticci di lava o stalattiti da rifusione sono anche detti denti di cane.

denti di cane
Stalattiti da rifusione

Le rare verticali sono state superate con scalette leggere da speleologia, in cavo d'acciaio da tre millimetri e scalini in lega di alluminio. E' da tenere presente che tutto il materiale speleologico adoperato nelle grotte laviche, ed in particolare i cordami, è sottoposto ad una usura di gran lunga maggiore che nelle grotte carsiche. Per questo motivo e per la difficoltà di creare punti di fissaggio artificiali abbiamo evitato di servirci dei sistemi di risalita su corda.

L'illuminazione costituisce nelle grotte vulcaniche un problema particolare perchè le superfici sono per lo più scure ed assorbenti. Le lampade elettriche frontali sono utili per leggere strumenti e prendere appunti, ma si rivelano insufficienti nelle esplorazioni, per le quali resta insuperata la lampada ad acetilene. Nelle grotte di maggiori dimensioni ci siamo anche serviti di faretti alimentati da batterie di pile.

Benchè le tradizioni locali, come del resto anche gli autori più antichi, parlino di gallerie di smisurata lunghezza, noi non ne abbiamo finora visitata alcuna che raggiunga lo sviluppo di un chilometro.

Per quanto riguarda il pericolo di gas tossici (Prando, 1973) o del sopraggiungere di lave incandescenti, sarà utile precisare che la speleologia delle cavità vulcaniche è cosa diversa dall'esplorazione dei crateri attivi (per questa vedi Tazieff, 1962). Le cavità oggetto del nostro studio non sono sede di attività vulcanica di alcun tipo né costituiscono luoghi preferenziali per il verificarsi di nuove eruzioni. Pertanto non sussistono pericoli in questo senso, non più almeno di quanti ne sussistono in superficie.

Per la topografia delle cavità e per la localizzazione degli ingressi abbiamo preferito l'impiego di strumenti ottici a quello delle bussole, dato il forte grado di anomalia magnetica nei terreni vulcanici.